Poche candele accese, un buio spesso e tenero, la luce assente eppure così inquieta e presente. Eravamo lì come al cospetto di una grande verità inconfutabile, come davanti a un gospel suonato dal vivo da Ray Charles, come di fronte a un dizionario dell’uso redatto da Raz Degan. Il medium fece volteggiare due volte la bacchetta che fu di Vespa e Mannheimer e come un rabdomante la puntò tremando su una foto sul tavolo, una foto di Giampaolo Pansa. Era il segno. “Vedete?” il medium ci chiese con gli occhi chiusi “E’ il segno”.
Gli studenti di Screditorìa e Tortura, riunitisi nell’annuale conclave di elezione della matricola Piustupida, attendevano febbrilmente e si sussurravano inquieti l’un l’altro: “che cosa? chi? quale cazzo di segno?”. E tutt’a un tratto il vater tuonò “Sono io Vittorio Ridotto et ibi parlo vobis erga omnes uti singuli e vi illumino - Ilenia quello è un barattolo di stucco non di yoghurt! - vi illumino e vi indico la via per il traguardo dei sex aut dodicium crediti”.
Il medium si fermò nell’ansia generale, sistemò il nodo della cravatta rosa che fu di Fini e prese a elencare posseduto, liturgico, solenne: “2 crediti andranno al miglior travestimento da Metternich alla festa dell’8 marzo, che si terrà nella mia villa e alla quale siete tutti invitati. √16 crediti a chi preparerà un approfondimento avente per oggetto l’evoluzione della comodità delle poltrone cattedratiche attraverso i secoli. 2 crediti a chi sceglie il libro di 900 pagine e 1 credito di bonus per chi lo usa per risolvere l’atavico problema del calo di statura.” Il medium fece un pausa. Qualcuno aveva appena tirato lo sciacquone, ma la concentrazione e la tensione rimanevano alte. “Infine 3 crediti a chi si reca alle macchinette e per primo mi porta un buon caffè!”.
Mentre gli studenti euforici si precipitavano ignoranti alla macchinetta, il medium sorrise. “Vado a prendere un aereo per i cazzi miei”, gli fece dire Ridotto, aggiungendo: “e comunque quello di Aronica non era rigore. Cià”
