martedì 25 gennaio 2011

Prova a smettere.

In fondo è sostanzialmente colpa vostra. Senza di voi, stimati colleghi, non l’avrei mai fatto. E’ colpa vostra perchè continuamente disturbate il sonno degli studenti che stanno cercando di dimenticare; che poi sono gli stessi che ormai si sono imposti come metafora costante di chi cerca di smettere di fumare o di bere: “sai è strano” dicono agli amici “mi sento come uno studente di Epigrafia e Sepoltura” e l’altro gli risponde “lo so, smettere è durissima! Anche io all’inizio mi sentivo come uno studente che va ancora a controllare se per caso ci sono gli appelliGiustifica su Infosput...”

E voi, cari colleghi, siete l’ultima sigaretta, il “gocciuolo” di rum adeso al collo della bottiglia, i cavi scoperti della tentazione di andare all’università. Vi esprimete, vi allarmate, vi scandalizzate e vi Salvatorebagnate su una pagina di facebook. Esultate per aver fatto firmare il piano di studi, chiedete ogni quattro minuti le email, che non esistono, dei professori e chiedete di alcuni professori che, matematicamente, non esistono o sono via o sono a bere arrosto di tacchino. Sì Gambeffa l’arrosto di tacchino lo beve.

Ma vi rendete conto del trauma che arrecate? Come fa uno a svegliarsi alle 15.00 e, dopo aver aperto Quella pagina di facebook, essere ancora convinto di voler smettere con l’università? Dovreste vederlo quest’uno: angosciato, sudato, in preda agli spasmi perchè sta combattendo contro la maniacale tentazione di aprire il cassetto sotto la scrivania; e nel cassetto cosa c’è? Il piano di studi. Vuole compilarlo, deve compilarlo, esige di compilarlo, ma eroicamente resiste e anzi si convince che tanto l’inchiostro della penna sulla carta igienica sbava. E non è una cosa bella che la penna sbavi sul piano di studi.

Ed egli lotta a pranzo a lavoro a merenda in palestra per scacciare l’immagine della Sorry, fantasmino sexy inviato per esercitare oniriche pressioni su di lui.

E torna a casa. E voi, accarezzabili colleghi, lì lo aspettate sornioni, perchè sapete di aver già riempito il vaso di pandora con commenti e post recanti ansia e date, equipollami ed equigalline.

Ed è quindi colpa vostra. Mai, amante ferito, avrebbe chiesto a Google di cercargli il sito della Ruttini, anche a costo di finire in un sito di scommesse su chi tra Ridotto e Povalium sembri più morto. Mai avrebbe scritto alla Orrendi chiedendo degli appelli di febbraio e bevendomi in risposta: “gli appelli sono su Infosput. se ha problemi chieda in segreteria”. MA TI PESA IL DITO A SCRIVERE DUE DATE QUI/ORA?

Come tutti gli innamorati a pezzi in fondo la giustifica: non è bello che si sappia in giro che c’è qualcuno che mette appelli a febbraio; poi tutti ti guardano come se stessi lavorando...è giusto tutelarsi!

Mai sarebbe sceso di nuovo così in basso. Mai.


Per questo, no: il piano di studi non l’ha ancora consegnato, se lo vengano a prendere!

E cosa te ne fai dell’email?? Come se non bastasse una mazza da baseball o un mazzo di chiavi...Inoltre sì: la data di scadenza del Pianto di studi è indicata sulla confezione, ma tanto viene prorogata in automatico dopo cinque giorni che viene definita.

E no, se sapessi gli orari e il luogo di ricevimento di quel professore, la tua domanda sarebbe “Potrà tornare a insegnare??”. No, ha smesso.





T. Tomas


sabato 22 gennaio 2011

Plancton di studi

La Pianodistudi (Pianula Studiorum) è una creatura cartacea appartenente alla specie delle Gastriti. Si caratterizza per la sua proverbiale velocità che rende impossibile qualsiasi filmato o qualunque ripresa; dunque, anche una trasmissione con Licia Colò.

Il luogo d’origine di questo curioso insetto pruriginoso non è ben chiaro: se alcuni biologi ipotizzano che possa trattarsi della sede della casa editrice Laterza, altri sono più convinti che siano i gomiti di Ridotto o le “crepe d’intonaco”, dette anche rughe della Sorry. A prescindere da queste collocazioni geografiche, alcuni comportamenti devianti delle persone possono essere identificati come effetti diretti dell’interazione con la Pianodistudi.

Il nostro animaletto infatti, che in giovane età assume l’aspetto di un foglio unto accompagnato da bestemmie, attira l’uomo con gli ingannevoli perizomi ascellari della prassi burocratica, gli impone di seguirla. Grazie poi al rilascio di sostanze simili all’inchiostro per stampanti, la Pianodistudi provoca delle allucinazioni nelle quali la vittima vorrà a tutti i costi compilare moduli e schemi impossibili convinto che essi poi lo portino dritto alla laurea. In tre o quattro giorni l’uomo entrato in contatto con la Pianodistudi diventa irrimediabilmente pazzo e il ricovero è obbligato. Se il soggetto impazzito non riesce a essere bloccato in tempo, le conseguenze possono essere drammatiche e addirittura tragiche. Solo nel recente passato sono numerose le città in cui fenomeni di violenza sono stati universalmente riconosciuti come collegati alla presenza della Pianodistudi: Cogne, Erba, Avetrana, Tucson, per citare i più celebri.

La degenza, che può avvenire in ospedale come in Aula Feretri, prevede che il soggetto durante il giorno compia alcune attività e in serata compili un questionario specificando quali abbia davvero “sostenuto” e quali invece debba ancora “sostenere”. Tale forma di riabilitazione ha il preciso scopo di scaricare il malato dall’ansia da compilazione allucinatoria e riportarlo gradualmente allo stato di plancton sociale con la consapevolezza che potrà barrare quello che minchia vuole, ma tanto non si laureerà mai.

Inoltre, gli studi sull’interazione tra Pianodistudi ed essere umano hanno anche rivelato il misterioso persistere, anche dopo l’avvistamento dell’animale, di una profonda irritazione e talvolta veri e propri episodi di orchite. il nesso tra le due cose non è ancora stato spiegato, così come non è stato ancora spiegato come mai la Pianodistudi appaia via email solo ad alcuni eletti. Non è stato nemmeno ancora chiarito il significato di quella mistica insalata del primo blocco di esami che prevede lo studio di Moda, Inglese, Fascismo e Artrosi. Forse anche per questo una Pianodistudi di età avanzata e più matura ha una forma rotonda, presenta un buco in mezzo e, soprattutto, rotola.


T. Tomas