giovedì 11 marzo 2010

Il buon Calabresi

Oggi Mirella Sorry e Carlo Salamini hanno messo da parte le loro personali corrispondenze, lasciando microfono e palcoscenico (si vabbè...voce alta e culo poggiato su una cattedra) al più famoso Mario Calabresi, direttore de "La Stampa", nonché figlio del commissiario Luigi Calabresi, vittima degli anni del terrorismo.
Chiamato a spiegare stile e contenuto dei suoi due libri, il buon Calabresi si è presentato parlando della "bolla immobiliare" che ha partorito la crisi economica prima americana e poi mondiale. Pareva ripetesse parola per parola ciò che scrive Gaggi nel suo libro "La valanga". Forse anche Calabresi ha seguito il nostro corso di "giornalismo ecumenico" col professor Vespri. Io a lezione non ricordo d'averlo visto. L'avrà fatto da non frequentante..
Dopo aver ricordato che il padre di Joe Biden, l'attuale vice-presidente degli Stati Uniti, era un tizio che cadeva molte volte durante la giornata e si rialzava però sempre con grande immediatezza (almeno fino a che non si decise di cambiare l'antilope che lo guidava con una più mite tartaruga per non vedenti..), il buon Calabresi ha pronunciato la parola "rane". E la comunità di ascoltatori ha riso. Non c'era adulazione verso il buon Calabresi. Anche la stessa Mirella Sorry, quando il buon Calabresi le ha rivelato di avere un gran passione per i dettagli, s'è limitata ad avere un paio di visioni mistiche, una decina di orgasmi e nulla più.
Il feeling tra i due ha avuto però vita breve, e si è interrotto precisamente quando la Sorry ha iniziato a leggere alcuni passi del libro del buon Calabresi, ignorando la presenza dell'autore dello stesso libro. Questo fino a quando il buon Calabresi non le ha idealmente strappato il libro dalle mani, facendo così trasparire quello che era il suo pensiero: "Il libro l'ho scritto io. Sono qui. Se permetti lo leggo io. Grazie."
Poco altro da raccontare, se non una rivelazione fatta dallo stesso autore: non è laureato. Eh no, il buon Calabresi non è laureato. Stava facendo una buona carriera universitaria, gli mancavano solo due esami. Ma un impedimento è sopraggiunto inderogabile: è diventato giornalista.
Tomas T.