martedì 9 marzo 2010

Microfoni Soli

La scoperta è di quelle epocali, le uniche capaci di destare dal sonno del martedì mattina. Trattasi di una macchina in grado di trasdurre le onde di pressione sonora captate da un punto A in segnali elettrici trasferibili ad un punto B ed è la rivoluzione del modo di pensare e di agire nel campo del quotidiano e dell'omnilogia. Sono ancora vividi nella mente di tutti i presenti all'evento gli occhi increduli di chi per primo ha ritrovato l'attrezzo, crudelmente sequestrato in un vano chiuso e stantìo di una struttura lignea: Carlo Salamini, 63enne cronista ciclistico ai tempi di coppi e bartali e oggi affermato bidello, tenendolo in mano per 94 minuti, ha mostrato al mondo l'esistenza di un microfono nell'aula a vetri della Sapienza. Il reperto deve esser stato barbaramente sepolto acceso poichè, come dichiarano i presenti, il signor Salamini non ha dovuto compiere alcun gesto e, per sincerarsi delle buone condizioni dello strumento, gli è bastato soffiarci sopra scostando la polvere accumulata lì da giorni, da settimane forse. E' stata sufficiente la visione del longilineo attrezzo per ricordare agli astanti alunni di Giornalismo Murmurale le ore estenuanti passate a leggere il labiale dal fondo dell'aula, affinando l'ascolto fino a percepire gli ultrasuoni ma non la dinamica delle lezioni. Immediata la replica del rettore al malumore generale: "Abbiamo un'aula a vetri?" in risposta alle cui parole alcuni studenti del Collettivo Universitario per il Limpido Udito hanno già organizzato in mattinata un corteo di protesta davanti alla sede di Lettere. La procura ha aperto un fascicolo, giallo, carino, con una bella grafica, e l'ha richiuso.

T.Tomas