
E fuggì via.
Carlo Salamini, in arte "conte Mugolìo", è riuscito ancora una volta a sfuggire alle tenaglie della giustizia di Stato. Il malvivente, attivo nello spaccio di capi d'abbigliamento anni '50, è stato visto stamane aggirarsi indisturbato nei dintorni dell'aula a vetri della facoltà di lettere, ma è stato costretto alla fuga quando delle studentesse hanno iniziato a indicarlo e a rincorrerlo, urlando anche: "professoreee ...professoreee ...profff: si fermiiii!". Comportamento all'apparenza inspiegabile, ma poi ampiamente giustificato dai riscontri eseguiti da uomini della Cia in collaborazione con una associazione di boy scout: le studentesse avevano scambiato il più noto conte Mugolìo per il sicuramente meno noto Carlo Salamini, apprezzabile indossatore di denti finti nonché docente di "giornalismo concezionale" all'università "La Sostanza" di Roma.
Il malvivente e il professore sono infatti accomunati da una triste sorte (triste più per il povero professore, anche se il Mugolìo ha da ridire a riguardo): condividono nome, cognome e tratti somatici, senza esser legati da alcun grado di parentela. Come ciò sia possibile noi non riusciamo assolutamente a spiegarlo, c'è solo da pensare che la sorte abbia giocato ai due un bruttissimo scherzo.
La somiglianza è tale che il meno noto Carlo Salamini, il povero prof romanico, si è spesso ritrovato a trascorrere notti in gattabuia per via di questo malefico plagio eseguito da Sua Maestà Madre Natura. E nemmeno si può escludere che in tempi non sospetti possa essere accaduto l'opposto, con lo scaltro Mugolìo infiltratosi in università per erudire giovani menti strappate alla sepoltura su temi come il sex-appeal dal basso e le tecniche di autoseduzione di massa.
Oggi davvero si poteva porre la parola fine a questa fastidiosa vicenda, arrestando il malfattore e riportando in una spirale di normalità la vita del prof Salamini. Ma Mugolìo l'ha fatta franca ancora una volta. Fuggendo, inesorabile, lungo i sentieri della latitanza.
Tomas T.